L'Adolescenza
Il percorso educativo che riguarda l'adolescente rappresenta un motivo di sofferenza, perché il ragazzo/a si vede sfumare i privilegi di un bambino e non si riconosce ancora “uomo” maturo con responsabilità decisive e importanti.
Qualcuno ha detto che gli "adolescenti sono come i gamberi, con la scorza dura e l'interno fragile", se noi riusciamo a rompere questo guscio allora possiamo entrare, in modo molto garbato, nel loro mondo emotivo per poterli aiutare a riconoscere e a gestire le proprie emozioni, sapendo anche canalizzarle. Se abbiamo intenzione di sfidarli, con atteggiamenti aggressivi e con rispecchiamenti inutili, allora potremo considerarci sconfitti: il guscio si chiuderà a riccio.
Non ci dimentichiamo che l'adolescente predilige come punto di riferimento il gruppo, a cui è legato ed omologato. Se possiede un pensiero critico, perché educato a essere creativo, riuscirà a schivare gli elementi negativi del gruppo, e se ha un genitore empatico può condividere la sua sofferenza emotiva, altrimenti si rinforzerà inconsapevolmente il suo atteggiamento universalmente accettato dal gruppo di appartenenza che inevitabilmente è negativo.
Il ruolo dell'educatore ha un posto di rilievo ed oggi in particolar modo, deve abbandonare ogni perfezionismo, ogni coercizione per non creare conflitti.
La serenità è l'arma che ora si chiede al genitore e comunque all'educatore perché non abbia la pretesa assurda di considerare l'educando come un oggetto da riempire a somiglianza di un essere perfetto, escludendone i difetti ed ampliandone le virtù.
Non nascondiamoci niente, siamo a conoscenza delle incapacità dei nostri figli, ma valutiamo le capacità, soprattutto rivalutiamo la qualità della comunicazione, che sia efficace, specie in famiglia che risulta essere la prima agenzia educativa. Se una persona è ben educato in famiglia lo sarà in ogni altro contesto sociale.